“Blog… ma non troppo” puntata settima.
Quando si parla di scrittura per il web e più in generale di digital spesso si tende a fare confusione. Siamo portati a intendere una cosa per un’altra o al contrario pensare che tutto sia il sinonimo di tutto quando in realtà così non è. Oggi, quindi, parliamo delle
query, di cosa sono e soprattutto di come si differenziano dalle
keyword.
I temi trattati saranno quindi due:
Secondo un sondaggio di seotraininglondon.org, il 64% degli intervistati dichiara di non essere a conoscenza del fatto che i risultati di ricerca mostrati dai motori di ricerca siano personalizzati e non casuali. L’obiettivo di Google ad esempio, è quello di aiutare gli utenti a trovare la risposta più giusta nel minor tempo possibile. Anzi, in alcuni casi cerca addirittura di anticipare il bisogno e fornire direttamente una risposta (esempio pratico potrebbe essere Google Now).
Ovviamente quello della personalizzazione dei risultati di ricerca non è un concetto del tutto nuovo: già nel 2005 se ne parlava con la
Personal Search di Google e poi anche nel 2012 con il
Search plus Your World. Potremmo quindi dire che ha acquisito sempre più importanza il contesto in cui si effettua la ricerca, motivo per il quale Google cerca di
capire l’intento dell’utente nel momento in cui effettua la ricerca stessa.
Per questo la query di ricerca è composta da due componenti:
Un esempio più pratico? Sono le 9 del mattino, mi trovo a Roma in zona Colosseo e ho bisogno di una bottiglietta d’acqua. Cerco quindi su Google
"bar zona Colosseo Roma" (questa è la query esplicita) e molto semplicemente mi usciranno non solo i bar vicini al Colosseo (query esplicita), ma anche quelli aperti alle 9 del mattino (altra query implicita).
Risulta quindi molto importante capire che quando si parla di
SEO occorre
concentrarsi non solo sulle keyword, ma anche sul contesto,
sulle query esplicite.
Chiarito cosa sono le query è però necessario fare un passo in avanti e spiegare la differenza tra loro e le keyword (se ti fossi perso l’articolo, clicca qui). Spesso, infatti, le due sono utilizzate nella stessa maniera, ma in realtà, se andassimo ad analizzare i due termini all’interno del linguaggio SEO c’è una differenza e anche abbastanza importante.
Per spiegarla scomodiamo niente meno che
Platone. Del filosofo greco prenderemo la sua
dottrina delle idee così da capire come una keyword non è altro che l’ideale platonico di una query, ovvero un’astrazione che estrapoliamo da più query di ricerca. Di conseguenza, in questo parallelismo la query è il corrispettivo platonico della “cosa”; è la parola o l’insieme di parole che un utente digita nella barra di ricerca. Potremmo, quindi, pensare a una query di ricerca come l’applicazione nel mondo reale di una keyword (scritta in modo errato, non necessariamente in ordine o unita ad altre parole).
Esempio? Cercando la ricetta di un polpettone di carne un utente potrebbe digitare numerose query: “polpettone di carne al forno”,
“polpettone di carne in padella”,
“polpettone di carne con patate”. Tutte queste rappresentano appunto delle query, accomunate dalla presenza della keyword
“polpettone di carne”. La differenza tra keyword e query è qui, nel capire il
livello di astrattismo/concretezza dell’una rispetto all’altra. Risulta facile dunque comprendere come un lavoro di SEO ben fatto sarà quello in grado di lavorare non solo sulle parole chiave ma anche sui termini di ricerca.
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