“Blog… ma non troppo” puntata n°26.
Le
gallerie d’arte hanno un ruolo fortemente delicato all'interno del sistema artistico: selezionano l’offerta e scelgono quali artisti proporre e promuovere al proprio interno. La figura del gallerista svolge, di conseguenza, un compito cruciale nella
scoperta dei nuovi talenti, ma anche essenziale per la loro visibilità e promozione.
Oggi vedremo come funziona il mercato dell’arte e quali sono i motivi che spingono molte gallerie ad affidarsi a Quality Content Agency esperte per sviluppare una comunicazione efficace e mirata.
Nello specifico affronteremo i seguenti temi:
Durante il rinascimento gli studioli erano stanze private presenti nelle dimore nobiliari, concepite come spazi privati dedicati alla cultura e alla conoscenza. I proprietari di casa le allestivano in base al proprio gusto personale con oggetti di valore culturale e rappresentavano dei luoghi di riflessione e di discussione ad uso limitato a una ristretta cerchia di persone, tra cui i proprietari di casa e alcuni ospiti in via eccezionale. Tra il 500 e il 600 si assiste all’avvento di una nuova tipologia di spazio artistico: la galleria. La novità principale riguarda lo scopo di quest’ultima, ossia il passaggio dal privato al pubblico.
La galleria era infatti uno spazio più ampio e aperto, dedicato all’esposizione delle opere d’arte di maggiori dimensioni. A differenza degli studioli, la selezione delle opere esposte non si basava più sul solo gusto personale del collezionista, ma seguiva dei criteri precisi di scelta e abbinamento. Le gallerie venivano organizzate in modo da garantire un’esperienza coinvolgente per il pubblico, permettendo a tutti di ammirare le creazioni in mostra. Il concetto di galleria trova la sua ispirazione nel mondo classico, con atri e logge delle ville romane dove gli ospiti potevano ammirare le opere d’arte esposte insieme ad altri elementi di valore.
Alla fine del 1500, la galleria diventa un accessorio presente in tutte le abitazioni nobiliari. Il cronista Morigia ne documenta la diffusione tra le famiglie emergenti di Milano, come i
Visconti e i Magenta, che allestivano le loro gallerie con dipinti contemporanei. A Verona, nel 1600, l’interesse è volto verso la pittura locale e contemporanea mentre a Roma, la galleria ha una funzione celebrativa e scenografica, come documentato dalla villa di
Scipione Borghese destinata al solo apprezzamento e godimento dei suoi ospiti.
Questo passaggio è fondamentale poiché le opere d’arte iniziano ad avere un ruolo sempre più importante nell’economia, uscendo dai confini delle ville nobiliari. Si apre, quindi, il
concetto di diffusione e promozione della bellezza: l’arte deve essere goduta e le gallerie diventano così luogo di incontro e divulgazione.
Il mercato dell’arte ruota ancora oggi intorno alle
gallerie d’arte che restano un punto di riferimento per i collezionisti. La peculiarità di questo sistema risiede nella sua
conformazione piramidale: esistono pochissime realtà ricche e potenti che stabiliscono i trend intorno ai quali si muove l’intero mercato. Un piccolo numero di gallerie molto famose che influenzano le scelte di moltissime gallerie sconosciute. Queste gallerie, infatti, hanno
ampia disponibilità economica e una vasta rete di contatti che permette loro di attrarre artisti di talento e collezionisti di alto livello, determinando quali artisti e quali opere debbano essere più richieste sul mercato.
Questo meccanismo è spiegato in modo chiaro nel libro di Donald Thompson, ‘Lo squalo da 12 milioni di Dollari’. Thompson ci spiega come il 3% delle gallerie mondiali abbia il controllo monopolistico, talvolta oligopolistico, degli artisti mondiali più acclamati, che rappresentano a loro volta l’1% degli artisti totali. Queste gallerie, situate nelle città capitali dell’arte come New York, Londra, Berlino, Parigi e Roma, sono chiamate da Thomson Gallerie di Brand e si parla di gallerie del livello di Larry Gagosian, White Cube, Lisson Gallery, PaceWildenstein o Gladstone.
Thomson posiziona al di sotto di questa tipologia le
Gallerie Tradizionali
che svolgono un ruolo cruciale soprattutto nella scoperta di nuovi talenti, motivo per cui la maggioranza ha sede nelle stesse città delle Gallerie di Trend, dove il mercato si muove. Tra queste risaltano a Roma la galleria di
Gian Enzo Sperone, a Milano
Christian Stein,
Giò Marconi,
Massimo De Carlo,
Francesca Kaufmann,
Guenzani,
Emi Fontana,
Raffaella Cortese,
Monica De Cardenas,
Marella Arte. Infine, le
Gallerie Commerciali, Cooperative e Gallerie Negozio occupano la parte più bassa della piramide e del mercato, nonostante rappresentino il 40% delle gallerie totali a livello internazionale.
Il mercato dell’arte è molto simile al mercato della moda in cui i grandi marchi determinano le tendenze e il resto del mercato si adatta. Le piccole gallerie quindi non riescono nella maggior parte dei casi a non uniformarsi ai macro trend che vengono lanciati nel mercato dalle grandi gallerie, non avendo la possibilità economica e collaborazioni di rilievo.
In passato, il mondo dell’arte era considerato totalmente separato dal mondo digitale, oggi si tratta di due realtà sempre più vicine e connesse. L’arte ha infatti bisogno di essere diffusa e promossa attraverso i social media, che permettono alle gallerie di condividere le proprie opere con il mondo intero grazie alla creazione di contenuti efficaci, uniti ad un'ottima strategia di comunicazione e marketing digitale. L’esperienza artistica si sta trasformando sempre di più e l’interazione tra l’opera d’arte e l’utente è sempre più essenziale.
Per questi motivi, diventa importante per le gallerie d’arte rimanere aggiornate e adattarsi ai cambiamenti che il mondo digitale continua a portare sul mercato. Una buona comunicazione online e una strategia di marketing efficace sono fondamentali per il successo delle aziende culturali, comprese le gallerie, che non possono più ignorare questo aspetto se non vogliono essere oscurate dalla numerosa concorrenza. Il pubblico di oggi è sempre più attivo e presente online, quindi una presenza digitale ben curata può fare la differenza nel mantenere l’interesse e catturare l’attenzione. Come coinvolgere il pubblico in modo efficace?
Per coinvolgere il pubblico è necessaria una strategia mirata e creativa. Come per ogni strategia marketing di successo, il primo obiettivo è quello di
individuare il pubblico di riferimento, selezionando il target che si vuole attrarre, in linea con la materia trattata dalla galleria. Una volta selezionato il proprio pubblico, si passa all’azione, grazie alla
creazione di contenuti coinvolgenti in cui la parola d’ordine è originalità: saper essere unici e accattivanti per riuscire a distinguersi.
Creare contenuti coinvolgenti non è sufficiente a mantenere attiva l’attenzione del pubblico, per farlo è necessario anche essere continuativi e la presenza social deve essere costante, pubblicando in modo regolare seguendo un piano editoriale studiato nel dettaglio. Un altro aspetto fondamentale sono le collaborazioni che possono includere sia altre gallerie d’arte, che influencers sui social media. Infine, i risultati devono essere monitorati non solo sui social media, ma anche per quanto riguarda il traffico del sito web, che è l’elemento fondamentale di una buona comunicazione per una galleria d’arte e da cui si sviluppa il resto della comunicazione online.
Promuovere una galleria in un mercato competitivo come quello dell’arte può risultare difficile e, per questo, richiede un approccio strategico e professionale. Molte aziende culturali decidono di affidarsi ad
Quality Content Agency
specializzate nella creazione di contenuti
ed esperte nel settore per ottenere risultati importanti e migliorare la loro presenza e reputazione online, creando una forte brand identity.
Zero Contenuti è un'agenzia di
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